lunes, 10 de junio de 2013

Gas, Gas, Gas



Secondo l’agenzia Reuters, in Turchia si è usato in 6 giorni il doppio di gas usato in 14 Paesi europei durante tutto il 2012.

Oggi è un giorno festivo per i musulmani in Turchia, ma non so se lo è anche per il resto dei musulmani di altri paesi. Nel parco gli occupanti hanno deciso di non consumare alcool per solidarietà con i musulmani praticanti. Un comunicato della polizia arriva al gruppo concentrato nelle barricate, nel quale assicurano la loro intenzione di attaccare.
“ma qualsiasi cosa è possibile” dice Batu (25 anni) “la nostra intenzione è quella di stare qui tutta la notte." Dopo gli scontri, la tregua conviene a tutti e due i bandi.
“In realtà la nostra posizione è molto più comoda”, dice Berk (anche lui 25 anni) “noi siamo molti di più, ci sono state notti in cui siamo arrivati ad una concentrazione di più di 10 mila persone, e se noi abbiamo fatto i turni nelle prime linee della barricata, ci sono invece poliziotti che non dormono da 4 giorni o che comunque dormono dentro gli autobus.”
“non li colpevolizzo” - dice Roy – “loro fanno il loro lavoro, anche se stanno esagerando un poco…una cosa è lanciare gas e un’altra lanciarlo come lo lanciano…sparano per uccidere! Dopo 3 o 4 giorni il gas non incide, ma se ti tirano in testa una capsula, te la spaccano.”
Roy lavora nell'aeroporto, controllando i carichi degli aerei. Berk è un programmatore informatico e Batu, uno studente di architettura. I tre sono amici dai tempi del liceo, ma adesso li accomuna una causa molto più grande e si sentono orgogliosi di questo.
“Viviamo un momento nel quale possiamo cambiare la storia, è dunque un nostro obbligo essere qui” – afferma Berk – “sopra, nel parco, la gente canta e balla; questo è il loro modo di protestare, ed è il modo della Resistenza (...) così come ci sono donne che distribuiscono ciambelle ai manifestanti della piazza di Taksim, o studenti di medicina che vengono tutti i giorni per dare una mano ai feriti. Non si può criticare l’azione di nessuno, considerando che tutti hanno il diritto di fare quello che credono più opportuno per appoggiare la Resistenza”
“Io preferisco che quelli che stanno sopra nel parco, non si avvicinino alle barricate” – aggiunge Batu – “c'è gente che non ha abbastanza sangue freddo per restare qui. Tu credi che io possa stare a preoccuparmi se qualcuno, per via della sua goffaggine, cade? La mia attenzione deve stare lì” e indica l’unica entrata da dove la polizia può accedere per attaccare.
Le ore passano. Siamo seduti nel prato del parco difronte lo stadio Inönü di Besiktas, mentre si chiacchiera della rivolta al tempo stesso in cui ci si va conoscendo…
Di tanto in tanto arrivano rifornimenti di acqua, biscotti, panini, tabacco:
“ho sigarette per chi non ne ha! E chi ne avanzano, che le condivida!” grida un ragazzo.
“lo vedi?” – indica Berk – “mi riempie di orgoglio vedere come costantemente si ricordano di noi…chi avrebbe mai potuto dire che nelle barricate avremmo potuto prendere su dei kili?”. Ed ora tutti ridiamo.
Anche se la situazione è stata critica durante diverse notti e sapendo che arriveranno notti peggiori, c’è sempre spazio per qualche aneddoto e battute, molte delle quali riguardanti la polizia.
Hanno creato apposta una serie di canzonette, e ogni tanto tutti si alzano e le cantano, in modo da non far dormire la polizia. Scherzano: li separano appena 200 metri
“lancia e vediamo, lancia e vediamo
Lanciaci il gas e vediamo
Toglietevi il casco, lasciate il manganello
E vediamo chi c’ha più coglioni”
“Oggi non verrano”- afferma Berk con massima sicurezza – “non hanno nemmeno tagliato il traffico”
“Io voglio che ci lancino almeno un poco di gas, così potrai farci delle foto mentre stiamo in azione” – mi dice.
Gli rispondo che non sto lì sperando di fare qualche foto, e che conoscere la loro testimonianza in prima persona per me è sufficiente.
“si, va bene! Ma ad essere sincero è credo mi manchi un po’ il gas” – dice con tutta naturalezza Batu. Roy e Berk sorridono.
“psicopatico!” – dice scherzando Berk.
“e che ti posso dire?! Credo di essermi fatto dipendente al gas” – insiste Batu. Ed ora scoppiano in una forte risata.
Allora Roy spiega che non è che siano dipendenti del gas, ma è che gli manca l’adrenalina che gli causa lo scontro con la polizia; lo ha sentito dire a un medico amico di famiglia.
La notte poi prosegue tranquilla, fino all’alba.
Queste sono le otto raccomandazioni che si trovano scritte nelle capsule di gas lacrimogeno, e che devono essere seguite per il loro buon utilizzo (scusate il triste paradosso).










Precauzione:
1-      Non lanciare direttamente sulle persone


2-      Può provocare incendi

3-      Dev’essere usato solo da personale istruito ed esperto

4-      Usare solo in spazi e luoghi aperti
5-      Sparare ad un angolo di 45 gradi verso il cielo
6-      È molto pericoloso usarlo dopo la data di scadenza
7-      I colpiti devono allontanarsi dalla zona e lavarsi con abbondante acqua
8-      Non usare creme nelle zone colpite dal gas

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